MasterYodaA volte capita di soffermarci a chiederci cosa stiamo facendo e, soprattutto, se lo stiamo facendo al meglio delle nostre possibilità.
Ci siamo affezionati alla “marmaglia” che frequenta l’accademia, vorremmo passare tutto quello che possiamo, ma soprattutto una cosa…

Lo SPIRITO di LSCA, che sempre ci commuove, sempre ci stupisce, che ci fa chiedere come si sia potuti arrivare a tanto.
È faticoso, sapete, a volte terribilmente faticoso, ed in certe situazioni scorante… ma poi nel buio i ragazzi ci regalano improvvisi raggi di luce, e il nostro entusiasmo prende il volo in un cielo ancora più bello.

Un’allieva ha scritto in un post alcune sue impressioni sull’appena terminato Torneo, nel leggerlo tutti i Maestri hanno saputo subito cosa fare: non si poteva lasciare quel messaggio relegato in un post sperduto di un forum… e quindi, la parola a Nacaal:

Sicuramente nessuno fra i partecipanti al Torneo ha intenzionalmente anteposto il proprio (sacrosanto) interesse a perseguire la vittoria al benessere dell’avversario di volta in volta incontrato.
Tuttavia, io non credo che la regola del Cu.Ri si sostanzi unicamente in questa circostanza. Al contrario, mi sembra che limitarsi a ritenere questo, o ad essere soddisfatti per il semplice fatto che domenica abbiamo combattuto con lealtà e nessuno si sia fatto male, sviliscano la portata degli insegnamenti che abbiamo ricevuto, e che riceveremo, sulla Cura e sul Rispetto dell’avversario.

Questi, infatti, rappresentano a mio giudizio uno degli aspetti più complessi della disciplina di LudoSport, e sicuramente uno di quelli che, per essere appresi, richiedono da parte di ciascun allievo un enorme investimento in termini di tempo, impegno ed energie.
Ne sono la prova gli innumerevoli esercizi che ogni mercoledì sera dedichiamo (nella consapevolezza che il percorso è ancora molto lungo), al perfezionamento del controllo del colpo. E non perché siamo mammolette jedi (beh, io un po’ sì! ), ma perché sentiamo che il “potere” cui ambiscono quanti perseguono la via della spada è insito proprio nel dominio assoluto della lama.
E tale dominio non può mai dirsi davvero raggiunto se, prima essere adoperato a fini distruttivi, non viene anche e soprattutto impiegato al fine di preservare il nostro bersaglio. Imparare ad applicare compiutamente la regola del Cu.Ri richiede rigore, disciplina, esercizio, consapevolezza tecnica e stilistica e controllo della propria psiche.

Perché Cu.Ri significa non cedere al miraggio di poter dominare una sorta di “rischio calcolato” che purtroppo, al nostro livello di preparazione, non esiste. E non esiste proprio perché non abbiamo ancora gli strumenti e le conoscenze necessari a fare un calcolo corretto del rischio.
Chiunque porti una tecnica non corretta, esageri nel dotare di forza il proprio colpo, si lasci dominare dalla voglia di andare a segno ad ogni costo a scapito del controllo della spada, invece, consapevolmente “accetta un rischio”.
Il Cu.Ri, invece, consiste a mio parere proprio nel “rifiuto di ogni rischio”.

Il Torneo è andato bene, tutti sono stati bravi, e sicuramente la competizione è stata sana, leale e corretta. Ma io non so se posso dire che, in ogni momento, l’azione di ciascun combattente è stata improntata al rifiuto di ogni rischio.
Naturalmente non ne faccio una colpa a nessuno, l’inesperienza e l’emozione hanno avuto il loro buon gioco nel modificare l’impostazione di ciascuno.
Spero che nessuno me ne vorrà per questo pensiero, ma mi è sembrato giusto prendere spunto (dalla discussione – n.d.r.) per ricordare che il cammino sulla via della Forza è molto lungo e che non dobbiamo sederci sugli allori…!

Possiamo solo chiudere dicendo con estrema gioia che a volte anche i Masters hanno da imparare!!!
May the force be with you all!!!